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Il 9 dicembre scorso con la delibera numero 111 l’Assemblea Capitolina ha approvato, senza voti contrari, il progetto di recupero e valorizzazione del Borghetto Flaminio promosso dall’Università “La Sapienza”. Un segnale importante in quanto questa è stata la prima delibera in tema urbanistico della nuova amministrazione guidata dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri con Maurizio Veloccia Assessore proprio all’urbanistica.
Il progetto di recupero predisposto dall’Università potenzia il polo di Architettura in quanto si trova la centro fra la sede storica di Valle Giulia e il complesso della ex Fabbrica del Ghiaccio di via Flaminia. L’intervento prevede la trasformazione di circa 2.500 mq di edifici oggi abbandonati in aule e laboratori. A corredo di queste superfici didattiche altri 6.000 mq saranno bonificati e destinati a verde e parcheggi. Si realizza così dopo appena 19 anni la prima parte del Protocollo siglato nel 2002 fra Università e Comune di Roma per il recupero di tutta l’area del Borghetto Flaminio di proprietà comunale.
Nel parlare di questo progetto non possiamo dimenticare l’impegno profuso dal prof. Giuseppe Rebecchini, mancato nel 2018. La sua perseveranza ha mantenuto sempre viva la fiducia che in fondo al tunnel di una infinita istruttoria durata per ben 8 anni da 2013 al 2021 non si spegnesse la speranza nel progetto spazzata dal vento degli infiniti rinvii.
Questo nuovo l’intervento dell’Università, realizzato a pochi passi da Piazza del Popolo, incrina il mondo delle occupazioni senza titolo cristallizzato da ormai da 83 anni. Infatti è dal 1938 che la Società Immobiliare Anonima ha ceduto tutta l’area di circa 22.000 mq al Comune di Roma. In quasi un secolo, su quest’area è cresciuto di tutto e di più. Tutto nascosto e dimenticato dietro l’alto muro su Via Flaminia. Dal punto di vista urbanistico l’area, era stata destinata ad ospitare l’Auditorium, salvo poi rivelarsi del tutto inutilizzabile per le consistenti preesistenze archeologiche che hanno costretto anche l’attuale progetto sui sedimi già trasformati.
Questo è solo un primo passo, in quanto rappresenta poco più di un terzo dell’intera area di proprietà pubblica che occorre recuperare contrastando l’inesorabile processo di privatizzazione che caratterizza il patrimonio pubblico abbandonato.
Infatti, anche nel nostro caso ci sono circa 3.000 mq di terreno comunale di cui era stata riconosciuta l’usucapione, ovvero la proprietà, a favore dell’occupante senza titolo in sede di Tribunale di primo grado. La sentenza è stata annullata in Appello ma pende il ricorso in Cassazione. Caso vuole che il nuovo proprietario dopo la prima sentenza sia riuscito a vendere il terreno e sullo stesso sia stato subito presentato un progetto di parcheggio multipiano interrato. Vedere per credere alla pagina: http://www.giombinispa.it/it/progetti-edili_3/futuri_3/parcheggio-borghetto-flaminio_16.html.
Sempre nel nostro caso ci sono circa altri 3.000 mq intestati in Catasto al Comune di Roma con rilevanti preesistenze storiche come la Camera Egizia di Luigi Canina in cui è in corso l’usucapione vegetazionale che rende inaccessibile l’intera area.
Infine, rimangono gli altri lotti con occupanti senza titolo ognuno con una sua storia infinita di sgomberi inattuati che finiscono solo per creare sull’immagine di degrado che ben conosciamo.
In conclusione solo un primo passo che spalanca una porta verso questo tesoro di area pubblica fino a oggi dimenticato che grazie all’Università sarà una piacevole scoperta per tutti i romani.
Pino Galeota
26 dicembre 2021 a 17:52
Bene l’escurs che mette in campo il secondo tempo… La partita quindi non è finita
Maurizio Geusa mette il pallone a centro campo.. Da arbitro fischia e riavvia il gioco.. Tocca al duo Gualtieri Veloccia mettere fine a 21 anni di indecoroso
palleggiamento politico- amministrativo di quella
Periferia al centro di Roma che come CILD abbiamo chiamato il Borghetto Flaminio. Fiduciosi rimaniamo sugli spalti della Curva Sud